| sto leggendo proprio in questi giorni il libro "Comunicare con il cane" di Valeria Rossi che, oltre ad essere un'esperta cinofila con un passato da allevatrice, nonché un'amante dei bassotti, è la coniatrice del termine che meglio ci descrive: sciuramaria!!! io adoro il suo modo di scrivere e di spiegare in maniera molto semplice come comunicare e comportarci coi nostri pelosi, e nel libro in questione c'è un paragrafo che parla appunto dell'abbaiare; Valeria sostiene che OGNI REAZIONE dell'amico umano sarà sempre interpretata come un rinforzo al comportamento da parte del cane: che tu inciti o sgridi l'abbaione/a, lui/lei avrà cmq raggiunto il suo obiettivo principale, che è quello di ricevere la tua attenzione. Purtroppo è vero che non si può lasciar abbaiare il pelosino x ore dicendosi che ignorarlo è la cosa migliore, ma io ho provato così: se l'obiettivo primario di Otto è quello di attirare la mia attenzione (e, di conseguenza, di avermi vicino), quando inizia ad abbaiare io mi allontano da lui, senza interagire minimamente. Della serie: mi alzo e me ne vado, ma senza dire una parola (quindi anche senza sgridarlo). Se all'inizio la cosa gli faceva nervoso, e quindi magari insisteva, ora ha capito che le due cose sono collegate e quindi smette subito e mi raggiunge. Bisogna anche dire che l'abbaio di un cane funge pure da valvola di sfogo contro lo stress, cioè per liberare dell'energia in eccesso. Un esempio: se Otto sta con me in ufficio a pisolare tutto il giorno, avrà più energia da sfogare. Sta a me capire la cosa e, magari, nelle ore libere, fare qualche passeggiata un po' più lunga con lui. Invece, quando resta con "papino" e vanno a scorazzare nel bosco tutto il pom, ti garantisco che si sfoga talmente tanto che alle 22 è già che dorme come un pupo, e la sua voce non la sente nessuno!!! questo per dire: cerca di capire come mai Sofia si impegni tanto a farsi sentire, e pianifica una...non-azione di conseguenza!
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